NEMICO PUBBLICO

NEMICO PUBBLICO

giovedì 3 marzo 2011

Presentazione del libro LA CLASSE OPERAIA NON VA IN PARADISO

L’Associazione Culturale Giovanile OCCHIO! presenta

LA CLASSE OPERAIA NON VA IN PARADISO

Il Cinema di Lotta e di Protesta

Sabato 19 Marzo 2010

ore 17.oo | proiezione del cortometraggio Borinage di J. Ivens e H. Stork (Belgio, 1934)

Si tratta di un documentario che mette in evidenza la miseria delle famiglie dei minatori della regione del Borinage. In primo piano anche uno sciopero del 1932. Per la crudezza e la verità del documento ne fu impedita la circolazione.

ore 17.3o | presentazione del libro e dibattito con gli autori Umberto Calamita e Giuseppe Zanlungo

a seguire | Buffet & selezioni musicali a cura di PidocchiettoCrew


...per approfondire il tema...

Cinejamo au Cineforum ** Proiezioni di Classe **

Venerdì 11 Marzo

La classe operaia va in Paradiso di E. Petri (Italia, 1971)

Lulù Massa è un campione del cottimo con cui mantiene due famiglie, finché un incidente gli fa perdere un dito. Da ultracottimista passa a ultracontestatore, perde il posto e l'amante, si ritrova solo. Grazie a una vittoria del sindacato, è riassunto e torna alla catena di montaggio. Con qualche cedimento di gusto, più di una forzatura e rischiose impennate nel cielo dell'allegoria, è un aguzzo e satirico ritratto della condizione operaia e della sua alienazione. Scritto da Petri con Ugo Pirro, è il 1° film italiano che entra in fabbrica, analizzandone il sistema e mettendone a fuoco con smania furibonda i vari aspetti, compresi i rapporti tra uomo e macchina, tra sindacato e nuova sinistra, tra contestazione studentesca e lotte operaie, repressione padronale e progresso tecnologico. Un Volonté memorabile, una bizzarra Melato, un incisivo Randone. Suscitò molte polemiche, anche e soprattutto a sinistra. Palma d'oro a Cannes ex aequo con Il caso Mattei.

Venerdì 18 Marzo

Metropolis di F. Lang (Germania, 1927)

In una megalopoli del XXI secolo, Metropolis appunto, il figlio del potente "controllore" della società, Fredersen, viene folgorato dall’apparizione di una donna (Maria) circondata da numerosi figli di operai. Da questo momento egli decide di interessarsi di quel mondo sotterraneo che socialmente non gli appartiene. Si sostituisce ad un lavoratore e così partecipa ad una delle riunioni clandestine che avvengono nel sottosuolo, dove rivede la stessa Maria che arringa il popolo degli sfruttati. Ma di queste riunioni nascoste viene a conoscenza anche suo padre, John Fredersen, che, con la complicità dello scienziato Rotwang, decide di sostituire Maria con una sua identica controparte robotica femminile, in modo da punire gli operai allagando le loro abitazioni situate sempre sottoterra. Ovviamente il figlio, ormai innamoratosi di Maria, farà di tutto per sventare i malvagi piani di suo padre.

Metropolis è considerato il capolavoro del regista austriaco Fritz Lang. È tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Blade Runner e Brazil.

Venerdì 25 Marzo

Riff-Raff di K. Loach (Gran Bretagna, 1991)

Un buon film e allo stesso tempo semplice. Tra ironia e tragedia Loach mostra una visione realistica della Gran Bretagna sotto la signora Thatcher attraverso la metafora di un cantiere edile. Il protagonista è Steve che, uscito di galera, va a lavorare a Londra. Gli altri operai lo accolgono bene e lo aiutano a trovare alloggio in una casa popolare. Conosce una ragazza. I problemi di cantiere sono molti: dalla mancanza di igiene all'assenza di sicurezza. Ci sono un arresto e un licenziamento entrambi ingiusti e quando un'impalcatura cede e muore un operaio, la vendetta sarà pesante. Ottima la colonna sonora di Stewart Copeland, autore già di Rusty il selvaggio di Coppola ed ex batterista dei Police.

Venerdì 01 Aprile

I Compagni di M. Monicelli (Italia, 1963)

L’azione è ambientata in una fabbrica tessile di Torino, sulla fine dell'Ottocento. Guidati da un professore socialista, gli operai si battono per ridurre da 14 a 13 ore l'orario giornaliero di lavoro che, tra l'altro, arrivava talvolta anche a 16 ore. In bilico tra Marx e De Amicis, il film pencola spesso e volentieri verso Edmondo de' Languori. Parti deboli dove è evidente l'intenzione di creare un'atmosfera nazional-popolare e parti valide piene di verità. Splendida fotografia “antica” di G. Rotunno e un finissimo Mastroianni. Nastro d'argento per F. Lulli e una candidatura all'Oscar per la sceneggiatura.

Venerdì 08 Aprile

Signorinaeffe di W. Labate (Italia, 2007)

Torino, 1980. Sullo sfondo delle lotte sindacali contro la riorganizzazione aziendale in casa FIAT - che sarebbe dovuta procedere al prezzo del sacrificio di migliaia di posti di lavoro tra gli operai - Emma e Sergio si incontrano e si amano, nel breve lasso dei 35 giorni di proteste che furono chiusi dalla marcia dei 40 mila colletti bianchi. In questo pezzo di storia d'Italia, i due protagonisti rappresentano le parti che la proprietà vorrebbe mettere l'una contro l'altra: Emma è laureanda in matematica, lavora ai piani amministrativi di FIAT e sta con un ingegnere. Sergio è un operaio, una testa calda, in prima linea nella lotta. Lei comprometterà tutto per lui; Sergio la lascia andare verso un futuro forse migliore e che, come scopriremo alla fine, sarà stato deludente come la realtà che vivono. Malgrado gli elogi ottenuti al Torino Film Festival, Signorinaeffe è un film senza ritmo, girato con uno stile televisivo incapace di registrare le sfumature e che rievoca più una fiction che un grande capitolo di cinema civile: Sergio imbarazzato in giacca in un ristorante chic per far colpo su Emma; l’amico operaio – barricadero - tossicodipendente che ritrova la voglia di vivere fra le braccia di una maestrina d’asilo e su un prato le confessa di volere decine di figli. Altro che Ken Loach!
Purtroppo anche la recitazione ricorda spesso stilemi adatti al pubblico televisivo, evidentemente didascaliche, con occhiate fin troppo esplicite tra i protagonisti, con lunghe discussioni intorno all’ormai classico bicchiere di vino in cui non si ragiona di un mondo che cambia ma si lanciano frasi lapidarie ormai consunte dal tempo. Gli unici momenti "vivi" sono quelli affidati ai filmati d'epoca che ricostruiscono un'Italia ad un bivio e sulle barricate e che ci danno la misura del dramma sociale che si andava vivendo. Però, Valeria Solarino, nei panni di Emma, è troppo bella per quegli anni cupi.

Venerdì 15 Aprile

Occupazioni occasionali di una schiava di A. Kluge (Germania, 1973)

Interpretata dalla sorella e collaboratrice del regista, alfiere della rinascita del cinema tedesco tra gli anni '60 e '70, la casalinga Roswitha pratica aborti clandestini per mantenere marito e figli, rischia l'arresto, e poi passa al lavoro sociale in una fabbrica dalla quale il consorte sarà licenziato. Ispirato alla lezione di Brecht e di Adorno (e, più alla lontana, di Marx e Benjamin), Kluge persegue un cinema critico razionale e freddo, ma condito dall'ironia. Nel raccontare la presa di coscienza di una borghese nella chiave di un femminismo fortemente politicizzato, propone uno “spaccato” di una metropoli industriale di cui analizza le leggi che reggono il sistema capitalistico, le contraddizioni, gli aspetti di alienazione e provvisorietà. Meno impervia dei film precedenti, la scrittura registica assembla materiale eterogenei, citazioni, didascalie, brani poetici, voce fuori campo.